In tema di appalti pubblici e pubbliche amministrazioni, il
governo giallo verde ha dato il via libera ad una (pseudo)riforma
(#sbloccacantieri) che rischia di lanciare il nostro Paese indietro di trent’anni
sui temi della trasparenza, lotta alla corruzione e sicurezza sul lavoro.
E’ nota a tutti la propaganda (senza effetti reali sulle grandi
e piccole opere) su questo decreto legge: si narra di lavori che ripartiranno,
economia che riparte e lavoro per tutti.
La realtà è che con questo decreto si attacca il Codice
degli Appalti nei suoi punti cardine: il ruolo dell’Anac (l’autorità nazionale
anti-corruzione), la liberalizzazione selvaggia dei subappalti, il ritorno al
massimo ribasso, l’affidamento diretto fino ad 1 milione di euro.
Anac ha svolto un ruolo decisivo in questi anni per favorire
le imprese sane del Paese negli appalti pubblici. Con questo decreto il ruolo
viene ridimensionato, eliminati poteri di filtro che avevano funzionato per estromettere
le mele marce (che purtroppo ancora esistono) del nostro sistema produttivo. Questa
decisione va di pari passo con un’altra scelta scellerata operata dal governo:
eliminare le procedure ad evidenza pubblica per appalti fino ad 1 milione di
euro. Una soglia esagerata, con un potere deliberativo enorme lasciato nelle
mani della classe amministrativa e con il rischio reale di concentrazioni di
potere e corruttela.
Due aspetti rendono ancora più negativo il giudizio sullo
#sbloccacantieri: il rischio di una liberalizzazione selvaggia dei subappalti,
che conferma una tendenza tutta italiana che favorisce i grandi gruppi che
ormai in maniera costante si aggiudicano gli appalti al solo fine di fare “finanza”,
lasciando poi i lavori in subappalto (ed a condizioni economiche e di lavoro
ben peggiori) alle aziende più piccole, costrette a lavorare sulla soglia della “non-economicità”
del servizio. Una decisione confermata, purtroppo, dalla conseguente decisione
di riportare al centro del Codice degli Appalti la facoltà estrema di ricorso
al massimo ribasso. Soglie basse e massimo ribasso avranno la conseguenza di
produrre scarsa qualità delle opere e bassissima qualità del lavoro. Non è così
che si può condurre una battaglia – oggi decisiva – contro il lavoro nero o
malpagato e per migliorare la sicurezza sul lavoro.