giovedì 21 marzo 2019

Lo #sbloccacantieri andrebbe chiamato #bloccadiritti


In tema di appalti pubblici e pubbliche amministrazioni, il governo giallo verde ha dato il via libera ad una (pseudo)riforma (#sbloccacantieri) che rischia di lanciare il nostro Paese indietro di trent’anni sui temi della trasparenza, lotta alla corruzione e sicurezza sul lavoro.
E’ nota a tutti la propaganda (senza effetti reali sulle grandi e piccole opere) su questo decreto legge: si narra di lavori che ripartiranno, economia che riparte e lavoro per tutti.
La realtà è che con questo decreto si attacca il Codice degli Appalti nei suoi punti cardine: il ruolo dell’Anac (l’autorità nazionale anti-corruzione), la liberalizzazione selvaggia dei subappalti, il ritorno al massimo ribasso, l’affidamento diretto fino ad 1 milione di euro.
Anac ha svolto un ruolo decisivo in questi anni per favorire le imprese sane del Paese negli appalti pubblici. Con questo decreto il ruolo viene ridimensionato, eliminati poteri di filtro che avevano funzionato per estromettere le mele marce (che purtroppo ancora esistono) del nostro sistema produttivo. Questa decisione va di pari passo con un’altra scelta scellerata operata dal governo: eliminare le procedure ad evidenza pubblica per appalti fino ad 1 milione di euro. Una soglia esagerata, con un potere deliberativo enorme lasciato nelle mani della classe amministrativa e con il rischio reale di concentrazioni di potere e corruttela.
Due aspetti rendono ancora più negativo il giudizio sullo #sbloccacantieri: il rischio di una liberalizzazione selvaggia dei subappalti, che conferma una tendenza tutta italiana che favorisce i grandi gruppi che ormai in maniera costante si aggiudicano gli appalti al solo fine di fare “finanza”, lasciando poi i lavori in subappalto (ed a condizioni economiche e di lavoro ben peggiori) alle aziende più piccole, costrette  a lavorare sulla soglia della “non-economicità” del servizio. Una decisione confermata, purtroppo, dalla conseguente decisione di riportare al centro del Codice degli Appalti la facoltà estrema di ricorso al massimo ribasso. Soglie basse e massimo ribasso avranno la conseguenza di produrre scarsa qualità delle opere e bassissima qualità del lavoro. Non è così che si può condurre una battaglia – oggi decisiva – contro il lavoro nero o malpagato e per migliorare la sicurezza sul lavoro.

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